Il tempio eretto nell’aria

Autografo della prima pagina di BWV 998 (dettaglio) – collezione privata

 

Fugge ed insegue la voce malata

Fugge ed insegue la voce malata
ma è sorridente il mio cuore sapendola
viva, sapendo che ha forzato la sua rabbia
spietata, la musica
dei suoi giochi tremolante nell’aria.
Strumento pietroso…
come non era ciò che ricordavo
potesse essere un pianoforte
ma musica d’arco, rotolante stridio
(limpido e sordo?)
pensavo potesse produrre
come un povero poeta, in miserevoli
ritmi affaccendato, e che solcata
riscopra in mille rivoli di sangue
la polverosa poesia
che aveva accantonato.
Strumento pietroso…
fugge ed insegue la sua nera nota
precipitando anche adesso nell’aria
luogo privilegiato delle fughe
e degli inseguimenti.
Mi chiedevo spesso se questo fatto
del tempio eretto nell’aria venisse
a farmi capire perché pensavo
a te ascoltando le note di Bach.
Perché quello che ho provato finora,
perdendo a poco a poco la certezza
del dolore, è ciò che proverei
ancora, e poi ancora, se solo non stessi
perdendo anche la gioia di conoscere
il segreto di te.
Mi sfugge e mi rinsegue la tua voce,
si perde chiedendo perché chiamando
è persa, e mi incontra quella gioia
come il fiotto di lacrime
riverso su se stesso.
Non è solo che tu sei al centro
di tutti i miei pensieri
ma è che, senza fine ed un inizio,
il gioco della vita si è scoperto
con la musica che parla per me.

(24 febbraio 1997)

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La poesia è mia ed è stata pubblicata nella mia raccolta Quarta Sarabanda, AGC, 2022.

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