Chiuso il capitolo
con l’ultima poesia
quella sull’uomo barbuto.
Inizia il nuovo
senza nessuno, senza gli alunni.
Sono come ero
ma priva di riscatti
perché – sul serio –
mi avvicino
a tutto quello che non può piacere.
Ma non posso neanche dirmi
“sono un’artista”
come faceva Antonio Ligabue.
Mi restano grugniti e, idealmente,
sfascio tele,
spacco oggetti gettati a terra.
È una follia questa mia assennatezza
argomento di riso e di trastullo.
Oggi tu avresti novantotto anni,
Pasolini, e a me tu parleresti
come fossi mio padre
col tuo sorriso che sarebbe pieno
di tenerezza,
come quando incontrasti
il ragazzo Bertolucci, la prima volta.
E tu terresti me
sotto il tuo braccio sinistro
i miei capelli di bambina
sparpagliati sulla lana.
(5 marzo 2020)
______________
La poesia è mia ed è stata pubblicata nel mio libro Quarta sarabanda, AGC Edizioni, 2022.