Il collo lungo di uno struzzo o di un cammello

12 marzo 2018. La nave di soccorso della ong spagnola Proactiva Open Arms, carica di novantadue migranti, sbarca a Pozzallo. Sale a bordo il medico del porto per un primo controllo. Si accorge di un giovane magrissimo, pelle e ossa, sui trenta chili. È un ragazzo di ventidue anni – si saprà – eritreo, si chiama Tesfalidet Tesfom, ma viene chiamato Segen, che in tigrino è in realtà un nome da donna, e indica il collo lungo di uno struzzo o di un cammello.
Il medico comprende che quel ragazzo sofferente, rannicchiato in un cantuccio, è in ipotermia e ha i sintomi della disidratazione e della malnutrizione. È evidente che respira molto male. Viene fatto sbarcare per primo ed è trasportato all’Ospedale Maggiore di Modica. Gli vengono date le prime cure. È cosciente. Riesce a dire qualcosa e nelle sue frasi stentate accenna a un “carcere”, parla di prigionia forzata, di riduzione in schiavitù. Si intuisce che era stato rinchiuso in uno dei centri di detenzione della Libia.
Segen era un poeta ed è morto poche ore dopo quel ricovero; causa del decesso: deperimento polmonare. Era partito dall’Eritrea affamata, immaginiamo carico di speranza, per restare poi, per un anno e mezzo, schiavo nella prigione libica.
Nel suo portafogli fu ritrovato un foglio bagnato e intriso di salsedine, piegato in quattro parti. C’erano scritte due poesie in tigrino.
Riporto la traduzione di una di queste, Non ti allarmare fratello mio.

 

Non ti allarmare fratello mio, dimmi, non sono forse tuo fratello?
Perché non chiedi notizie di me?
È davvero così bello vivere da soli,
se dimentichi tuo fratello al momento del bisogno?
Cerco vostre notizie e mi sento soffocare
non riesco a fare neanche chiamate perse,
chiedo aiuto,
la vita con i suoi problemi provvisori
mi pesa troppo.
Ti prego fratello, prova a comprendermi,
chiedo a te perché sei mio fratello,
ti prego aiutami,
perché non chiedi notizie di me, non sono forse tuo fratello?
Nessuno mi aiuta,
e neanche mi consola,
si può essere provati dalla difficoltà,
ma dimenticarsi del proprio fratello non fa onore,
il tempo vola con i suoi rimpianti,
io non ti odio,
ma è sempre meglio avere un fratello.
No, non dirmi che hai scelto la solitudine,
se esisti e perché ci sei con le tue false promesse,
mentre io ti cerco sempre,
saresti stato così crudele se fossimo stati figli dello stesso sangue?
Ora non ho nulla,
perché in questa vita nulla ho trovato,
se porto pazienza non significa che sono sazio
perché chiunque avrà la sua ricompensa,
io e te fratello ne usciremo vittoriosi affidandoci a Dio.

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