Il tuo braccio pieno di costole

Daniela Gliozzi,  N. 1764

 

Tiziana Cera Rosco (1973) è abruzzese di origine e vive a Milano.
Fa poesie  corpose, terrose, lunghe e dal verso lungo. Avvolgono e invadono, non disdegnano cultura, etimologie, nomi propri (nomi di poeti e di filosofi), ma parlano soprattutto di strani spiriti che vengono dalle foreste e dalla vita degli alberi. E accennano, meravigliosamente, all’amore.
Qui, una poesia tratta dalla raccolta Corpo finale (Lieto Colle, 2019).

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        Retroaccedere

Dove correvi, dimmi?
Hai incrociato anche tu l’albero
che si deve trapassare con un corpo integrale?
Il tuo braccio era esile
e pieno di costole come il mio?
Leggevi le orme?
Sei scivolato in quel mattino dentro una corrente
solo per la spinta di un’ombra?
E ti saresti lanciato da una rupe
di morte in morte dentro l’abisso dei miracoli?
Cosa ti hanno fatto prima di qui?
Chi ti ha amato in modo così poco grave
per le tue funzioni?
Perché non hai impedito che mi aprissero di sotto?
Avremmo dovuto conoscerci da bambini
prevaricarci lo sguardo, una lotta
e avere una stessa madre
uno stesso latte
e due padri con lo stesso odore di urina
con quattro zampe e il pelo di cinghiale

ognuno con un capo integro
ognuno con mani da non lavare mai.

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