Il sole di Baudelaire

Maurice Utrillo, Le Passage Cottin, c. 1910, olio su tela

 

Il sole

Lungo il vecchio sobborgo, ove dalle catapecchie pendono
le persiane, riparo alle segrete lussurie,
quando il sole crudele picchia con raddoppiata furia
sulla città e sui campi, sui tetti e sulle messi,
vado ad esercitarmi, solo, alla mia fantastica scherma,
fiutando in tutti gli angoli gli azzardi della rima,
incespicando nelle parole come sui selciati,
sbattendo talvolta in versi da lungo tempo sognati.

Quest’almo padre, nemico delle clorosi,
desta nei campi i vermi come le rose;
fa svaporare i crucci verso il cielo
e ricolma di miele cervelli e arnie.
Ringiovanisce i portatori di grucce,
rendendoli gioviali e dolci come fanciulle,
e comanda alle messi di crescere e maturare
nel cuore immortale che sempre vuol fiorire!

Quando, come un poeta, scende nelle città,
nobilita la sorte delle cose più vili,
e come un re s’introduce, senza strepito né valletti,
in tutti gli ospedali ed in tutti i palazzi.

C. Baudelaire, I fiori del male, Dall’Oglio, 1984, pag. 130. Traduzione di Clemente Fusero.

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