Punti fermi…

Pubblico l’intervista rilasciata da Alessandro Barbero a Daniela Ranieri su “Il Fatto Quotidiano”  del 23 gennaio 2020.

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Proviamo a capire questo tempo con Alessandro Barbero, storico, docente di Storia Medievale all’Università del Piemonte Orientale, autore di biografie e autentici gioielli di prosa (tra cui il delizioso Bella vita e guerre altrui di Mr. Pyle, gentiluomo, Premio Strega 1996).

Professore, ha un seguito di fan appassionati ai limiti della devozione. Le sue lezioni furoreggiano su YouTube. Non essendo lei esattamente un influencer, le chiedo: la Storia, che la scuola spesso fa odiare, è diventata una fonte di conforto?

Ho dubbi sul fatto che la Storia piaccia perché la gente ha voglia di scappare dall’attualità. Semplicemente, il passato è un posto divertente in cui passare un po’ di tempo. Poi noi ci illudiamo che serva anche a imparare qualcosa, ad aprire un po’ le teste.

Ai primi del Novecento Gaetano Salvemini scriveva che della scuola pubblica non importa niente a nessuno. È così anche oggi?

È drammatico, ma è così. Salvemini dice che il lavoro dell’insegnante è durissimo e pagato malissimo. Uno arriva col sacro fuoco, e a forza di faticare e dare lezioni private per andare avanti, il sacro fuoco sparisce e rimane il mestierante.

Lei ha avuto parole dure per l’alternanza scuola-lavoro renziana; non sa che nel mondo attuale sono più utili le soft skills, come passare i prodotti su un codice a barre dell’autogrill, che non la mole inutile di nozioni che si apprendono a scuola?

La scuola non insegna un sacco di cose fondamentali. Non insegna a fare l’amore, che è importantissimo. Ho sentito dire “così imparano come funziona il lavoro”. Il punto è che non è la scuola che deve insegnare come funziona il lavoro.

Ha consigliato di togliere il saluto a chi parla di meritocrazia: perché?

La meritocrazia è un enorme equivoco che si basa sul fatto che si possa stabilire cosa sia il merito e che sia giusto premiarlo, senza preoccuparsi dei costi. I meccanismi di meritocrazia possono essere facilmente distorti: tendono a premiare i furbi e quelli che si adattano alle regole del sistema e penalizzano chi potrebbe davvero innovare.

Cosa pensa della recente risoluzione del Parlamento europeo che equipara nazismo e comunismo?

Stiamo facendo il catalogo degli orrori! Uno esita a dire: siamo governati da una manica di analfabeti. Però… Intanto, i Parlamenti di ogni tipo non dovrebbero mai esprimersi sulla Storia, sulla memoria, anche con le migliori intenzioni. In questo caso le intenzioni non erano nemmeno le migliori. Il Parlamento è stato intrappolato in una risoluzione che veniva da Paesi la cui storia è totalmente diversa dalla nostra, che si ostinano a pensare che i nazisti erano meglio dei comunisti, come la Polonia, dove si cerca di non far ricordare l’entusiasmo con cui molti polacchi hanno partecipato allo sterminio degli ebrei. Nella loro concezione distorta può nascere l’idea che la falce e martello faccia orrore quanto la svastica. In Europa occidentale non sta né in cielo né in terra. I parlamentari tra virgolette di sinistra hanno votato qualcosa che non capivano neanche cosa fosse.

Quindi “via Stalingrado” non è pari a “via Hermann Göring”?

No. Il nazismo è un’ideologia inventata in Germania da Hitler e i suoi soci, è durata 20 anni; essere nazista vuol dire essere d’accordo con quella cosa. Il comunismo è esistito per 150 anni, in tutto il mondo, ha avuto milioni di fedeli e militanti. In alcuni casi questi sono andati al potere e hanno commesso delitti. Ma il comunismo non ha mai voluto dire prendere il potere per mandare la gente nei lager. Erano quelli che lottavano per i diritti della povera gente, e finivano loro nei lager.

Comunista è un insulto.

In qualche cassetto ho una tessera del Pci firmata da Enrico Berlinguer, con la falce e il martello; voglio vedere chi venga a dirmi che me ne devo vergognare.

Ha fondatezza la teoria della sostituzione etnica?

Gli italiani sono frutto di diversità e anche di scomparse: i longobardi non ci sono più. Beninteso, non bisogna sottovalutare il senso di sicurezza che dà sapere che nello stesso pianerottolo c’è un vicino che va alla stessa messa, né dire a chi è scioccato “sei un cretino”. Bisogna capire le sue ragioni e spiegare. Sennò chi è preoccupato cade preda dei ciarlatani del complotto.

Salvini intercetta una paura o è un ciarlatano?

Chi ha messo in giro il complotto della sostituzione etnica è un cretino, i politici cavalcano quel che gli interessa cavalcare.

Ritiene ci sia una riemersione dell’antisemitismo?

No, se non nella misura in cui in questa società estremamente frammentata ci sono singoli o gruppi che nutrono un odio ingiustificato per qualcuno, e vanno a sparare. Ma non è un antisemitismo paragonabile a quel che è stato in passato. La polizia e le classi dirigenti erano antisemite. Oggi l’antisemitismo è condannato da tutti, non ha appoggio nel potere. Alcuni volutamente confondono antisemitismo e opposizione alla politica israeliana. L’antisemitismo è una cosa grave, penso a quando la senatrice Segre riceve insulti online, ma quelli sono dei cretini isolati. C’è chi ha interesse a impedire che si critichi lo Stato di Israele. Questo è un antisemitismo inventato.

Quale sarà lo sbocco del capitalismo predatorio? Perché non può esserci una rivoluzione dei lavoratori sfruttati e poveri?

Chi l’ha detto che non può esserci? Sono cose lente. Possono passare secoli in cui un sistema iniquo riesce a farsi accettare, magari anche a creare consenso, e poi esplode. Non c’è motivo di pensare che questo capitalismo disgraziato stia per finire, ma non c’è nemmeno certezza che un giorno la Rivoluzione non arrivi.

Lei ha scritto Carlo Magno, un padre dell’Europa. L’Europa coincide con l’Unione Europea?

Quando ci hanno venduto l’Unione europea come grande speranza, Europa voleva dire Europa occidentale, Paesi molto simili che sono precipitati nei due disastri delle guerre e volevano inventarsi un modo diverso di stare insieme. L’ideologia oggi dominante che vede solo il vantaggio economico ha portato dentro Paesi di per sé gloriosi – Romania, Bulgaria, Polonia, Lettonia – che però non condividono storia e cultura dell’Europa occidentale.

Ma anche nel nostro giro siamo diversi. Carlo I d’Inghilterra decapitato, Luigi XVI ghigliottinato. L’Italia, diceva Umberto Saba, è fratricida, non parricida.

Noi italiani siamo poco rivoluzionari, per l’impatto della Chiesa e per l’Inquisizione. Ma l’Illuminismo, la separazione tra Chiesa e Stato, l’aver creato imperi coloniali, l’aver ragionato sulla tolleranza e la libertà, l’aver avuto esperienze di governo parlamentare: questo fa una civiltà comune.

Sta scrivendo un libro su Dante. 

È la vita di un uomo del Medioevo: mi interessa quest’uomo riconosciuto come un genio in vita, immerso nel suo tempo, che parlava molto di sé e racconta quando a 18 anni incontra la ragazza di cui è innamorato, torna a casa, si chiude in camera e la sogna nuda.

Cosa sta leggendo?

Saint-Simon, le straordinarie memorie della corte di Luigi XVI in otto volumi. Sono arrivato al quinto, mi sto divertendo moltissimo.

 

 

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