Io ero Sandokan

Nel film C’eravamo tanto amati di Ettore Scola, uscito nel 1974, si sente una canzone della Resistenza che prima fa da sfondo a scene che ricordano la guerriglia in montagna e la festa della Liberazione e poi sarà cantata da una ragazza con la chitarra davanti al fuoco. Fu scritta (Paola Scola, figlia di Ettore) e musicata (Armando Trovajoli) appositamente per questo film. È nota col titolo di  E io ero Sandokan.

Quel tizio che non ha la televisione, che non ha i social, che non frequenta il bar, che consulta con parsimonia internet, che legge poesie, più che altro, e suona il pianoforte, ma si è sempre, comunque, in silenzio, informato bene, suo malgrado, su tutte le guerre, vicine e lontane, vecchie e nuove, ascolta oggi, ancora in silenzio, ma con tanta retorica e tanta ingenuità, E io ero Sandokan.

Il gruppo Radici nel cemento l’ha riproposta nel 1998, inserita nell’album Popoli in vendita. Il gruppo Banda Bassotti ne ha pubblicata una versione nell’album Banditi senza tempo, 2014.
Ne riporto il testo.

Marciavamo con l’anima in spalla
nelle tenebre lassù
ma la lotta per la nostra libertà
in cammino ci illuminerà.

Non sapevo qual era il tuo nome
neanche il mio potevo dir
il tuo nome di battaglia era Pinin
ed io ero Sandokan.

Eravam tutti pronti a morire
ma della morte noi mai parlavam
parlavamo del futuro
se il destino ci allontana
il ricordo di quei giorni
sempre uniti ci terrà.

Mi ricordo che poi venne l’alba
e poi qualche cosa di colpo cambiò
il domani era venuto
e la notte era passata
c’era il sole su nel cielo
sorto nella libertà.

Eravam tutti pronti a morire
ma della morte noi mai parlavam
parlavamo del futuro
se il destino ci allontana
il ricordo di quei giorni
sempre uniti ci terrà.

Mi ricordo che poi venne l’alba
e poi qualche cosa di colpo cambiò
il domani era venuto
e la notte era passata
c’era il sole su nel cielo
sorto nella libertà.

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