Mario Mafai, Natura morta, 1949
“Cosa occorre per essere un poeta? È una domanda insieme ingenua e immensa, ma forse lei…
Saper riunire una favola a un meccanismo formale, al movimento di un ingranaggio formale. E dei due elementi, che rischiano di scindersi, comunque il secondo è più importante, perché comunque non è nato gratuitamente. A noi, diciamo, la favola di Dante può non interessare assolutamente: ma l’ingranaggio formale che ci colpisce profondamente non è gratuito, perché è nato in funzione di questa favola.
E cos’ha, un poeta, per potere raccontare una favola versandola in un ingranaggio formale?
Sono altrettante avventure, quante sono le carriere. Non mi pare che ci sia una carriera tipo, una struttura comune nei poeti. Ogni poeta ha la sua avventura. Certo, l’avventura li accomuna tutti. Ma l’avventura, naturalmente, si differenzia…”
Gianfranco Contini in Diligenza e voluttà. Ludovica Ripa di Meana interroga Gianfranco Contini, Garzanti, 2019, pag. 161. La prima edizione è del 1989.