“Diurne dannazioni”. Da Amelia Rosselli

Daniela Gliozzi, Tramonto a Poppi

 

Oggi è il giorno della primavera. Oggi è il giorno in cui nacque Bach, ragione di vita. Oggi è il giorno dei raggiunti quattromilaottocentoventicinque morti, cioè dei settecentonavantatré in più di ieri.
Oggi è la giornata della poesia.

Questa è una poesia, tratta da Documento (1966-1973), di Amelia Rosselli, splendida poeta italiana (1).

 

Vedevo nell’ora più oscura il tramonto
di gelide giornate, rivalutando questioni
che non mi appartenevano affatto. E
nel giro di pochi giorni queste diurne
dannazioni (ogni giorno uno spogliatoio)
s’applicavano a farmi stringere vanamente
una sequela di arrangiamenti, piccoli
boschi tramontati che avrei tanto voluto
fossero pace semplice.

Il canone della tua vita pratica è questa
furia di iniettare sangue in ferite
che non provocano disagio ma solo un
disarmarsi delle intenzioni; il non
averle e pur volerle.

Volendole ti accorgevi d’esserti tanto
frainteso!

(1) L’edizione da cui è tratta la poesia è A. Rosselli, Le poesie, Garzanti, 2004.

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