Cara Marguerite

 

Di Valentina Tassini *

A Marguerite Yourcenar, per Care memorie, Archivi del nord e Quoi? L’Éternité.

 

Cara Marguerite, da pochi giorni sul mio comodino c’è un libro senza il tuo nome, dopo mesi.

Cara Marguerite, per settimane mi sono immersa nella tua storia, mi sono persa nel labirinto del tuo mondo.

Cara Marguerite, con te sono entrata in un racconto che ha riproposto tra le pagine di volumi diversi alcuni episodi più o meno rilevanti per arrivare a un quadro, ad un affresco, della tua famiglia, di tutte quelle persone attraverso le quali si è giunti a te. Il senso di compimento dovuto alla tua nascita non significa conclusione se non per il fatto che tu non hai potuto che guardare indietro, non hai potuto che essere punto di vista del mondo di prima, con un sentimento di inevitabile predestinazione al riordino di tutto.

Cara Marguerite, quella bambina che ha visto, quella ragazza che si è fatta narrare e quella donna che ha cercato notizie sui suoi avi, ha celebrato generazioni di persone, esseri umani di cui ha raccontato nel bene e nel male le vite, le scelte, gli eventi. Ha allo stesso tempo, sullo sfondo, disegnato le epoche, la Storia e i suoi accadimenti che influenzano la vita delle persone e forse anche il loro modo di essere. In una dimensione di totale dignità, che probabilmente abbiamo ormai perduto, i protagonisti dei tuoi romanzi vivono le loro vite all’incirca come le persone di cui portano il nome.

Cara Marguerite, inutile domandarsi quanta sia la finzione e quanti i dati reali, dove inizi l’atto creativo e perché, quali legami esistano sempre e comunque tra la realtà e il suo racconto. Quello che conta è avere l’onore di entrare nella danza delle vite finite, di poter sfiorare quelle persone morte, come per te è stata la capacità e la volontà di fermare per sempre ciò che fermo non sta, che passa nel tempo lasciando fantasmi i quali si muovono nei luoghi vissuti e nelle memorie sporadiche dei rimasti. Che sia la storia della tua famiglia è secondario per chi legge, non per te lo è stato scrivendo, te ne sei presa cura, ma chiamando alla festa tutti coloro che hanno avuto legami passati con te hai celebrato altro, la vita nella sua ragione, quella di trascorrere lasciando segni unici.

Cara Marguerite, il romanzo che in questo modo hai creato pervade il lettore di una certezza, l’importanza dell’esistenza di una persona, e allo stesso tempo tu ci doni la sensazione di essere tutti personaggi di un possibile racconto, anche se mai una scrittrice ci racconterà.


Il pezzo, inedito, è stato scritto appositamente per questo blog.

*  Valentina Tassini è insegnante e poetessa. Vive in Casentino.

 

 

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